Consiglio comunale di lunedì 8 ottobre 2012 ore 20.30
Dopo quasi quattro ore di discussione si vota il progetto di macello e cartiera a Barcon.
Il voto viene espresso per appello nominale, ogni consigliere, ogni assessore viene chiamato per nome e cognome e, a microfono, esprime il suo si oppure il suo no al progetto:
12 CONSIGLIERI tra cui 3 assessori DICONO NO e precisamente:
Beltrame Stefano, Frattin Paola, Morao Fiorenza
Bordignon Michele, Bordignon Oscar, Cirotto Loris, Magaton Alberto
Santin Walter
Andretta Cristina, Perin Marco, Volpato Daniele
Franco Renzo
9 CONSIGLIERI DICONO SI e precisamente:
Quaggiotto Paolo sindaco
Ballan Luca, Bergamin Diego, Callegari Valter, Cavasin Eugenio, Ceccato Fabio, Gazzola Andrea, Marchesin Mirco, Serafin Denis
IL PROGETTO NON PASSA!
Pubblico le dichiarazioni di voto
- del gruppo Primavera Civica,
- del segretario della Lega Nord nonchè assessore Renzo Franco
- del vice sindaco Marco Perin, dell'assessore Cristina Andretta e del consigliere di maggioranza Daniele Volpato,
che esprimono molto bene tutte le motivazioni della non approvazione del progetto. Spero di fare cosa gradita a tutti quei cittadini che sono stati costretti, da una pessima gestione della serata, ad ascoltare solo pezzi della discussione rimanendo aggrappati ai davanzali delle due finestre della sala consiliare.
Dichiarazione di voto di Primavera Civica
Primavera
Civica ribadisce il suo NO all’accordo di programma che vede l’insediamento di
macello e cartiera a Barcon per tutte le ragioni esposte prima e che qui ora
riassume in 7 punti:
1.
Compito della politica è la programmazione del futuro anche lontano, non è supina
accettazione delle richieste di qualcuno. Ben vengano imprese sane, ma esse non
possono pretendere di insediarsi dove decidono loro, secondo la loro
convenienza perché lì hanno dei terreni di proprietà. La politica ha il compito di fare proposte alternative, di offrire, come ha offerto, luoghi adatti già
destinati ad area industriale. E non è necessario che le due attività rimangano
insieme;
2.
Il terreno agricolo diminuisce giorno dopo giorno, invece c’è
l’assoluta necessità di preservarlo per destinarlo alla produzione di cibo e al
benessere degli uomini. Lo statuto
del comune di Vedelago, cioè la legge fondamentale comunale all’articolo 4
dice: “il Comune promuove la salvaguardia
del territorio con una politica ecologica rivolta a prevenire ed eliminare le
fonti di inquinamento; il Comune assicura una migliore qualità della vita,
tutela i valori del paesaggio rurale e del patrimonio…” Questo progetto è
l’esatto opposto.
3. Progetto
luglio 2012: entrando nel merito del progetto,
diciamo NO anche a questo aggiornamento di luglio 2012 perché nella sostanza
non cambia nulla:
· il macello mantiene le stesse caratteristiche, compresa la
seconda e terza lavorazione dei pellami cioè la conceria,
· la cartiera
rimane uguale, il consumo di acqua
prelevata dalla falda pure.
· rimane pure la cava
da 2 milioni di metri cubi.
· il farmer
market invece viene tolto ma rimane un outlet;
per inciso il nuovo progetto è pieno zeppo di errori, errori di sostanza,
errori che ci fanno capire che molte delle cose scritte lì dentro non possono
essere veritiere. Vi potrei fare decine di esempi.
4. L’occupazione:
il numero di posti di lavoro non è veritiero come è stato ampiamente dimostrato
dai vari studi. Nell’ultimo progetto viene tolto il supermercato ma i posti di
lavoro rimangono sempre gli stessi; allora è chiaro che i posti di lavoro del
supermercato erano finti. Saranno finti
anche gli altri? Inoltre nel progetto è scritto che i lavoratori
arriveranno da un raggio di 25/30 km. La Rotocart è a Piombino Dese ed ha 97 operai, non
credete che verranno a lavorare a Barcon? La vicenda Breton insegna, da Godego
a Vedelago. E quante attività produttive chiuderanno a causa di questo nuovo insediamento?
5. l’interesse
pubblico non c’è: il casello sulla superstrada Pedemontana Veneta è
superfluo essendo la stessa servita da altri 16, ed è ad uso esclusivo degli
insediamenti industriali. La costruzione di una strada di 3 km e mezzo ad uso dei
cavatori che unisce le cave a sud di Montebelluna con la Postumia Romana è un tappeto
rosso steso davanti all’apertura o all’ampliamento di nuove cave; tale strada
lascia inalterati i problemi di traffico per Vedelago ed Albaredo; problemi che
potrebbero essere risolti se solo si desse seguito seriamente ai due progetti
ad ovest al confine con Castelfranco per i quali esistono convenzioni firmate, progetti
e finanziamenti.
6.
le contrarietà
al progetto sono state espresse da così tante persone ed organismi che faccio
fatica a tenerli a mente tutti, ma fra essi citerò:
- i tre sindacati CGIL,
CISL, UIL.,
-
le nove associazioni di categoria di
agricoltori, artigiani, commercianti, piccola e media impresa di Treviso che
sono: Unascom-Confcommercio, CIA, CNA, Coldiretti, ConfagricolturaTreviso, ConfartigianatoMarca
Trevigiana, Confesercenti, Confcooperative, Artigianato Trevigiano Casartigiani,
- il
Consiglio Comunale di Trevignano con
un ordine del giorno votato all’unanimità,
- il
Comune di Montebelluna,
- “L’
Osservatorio”, cioè un gruppo di
laici e preti invitato dal vicariato
di Castelfranco Veneto ad osservare fatti e problemi del nostro tempo alla
ricerca del bene comune,
- 6000
cittadini che si sono attivati per scrivere ed inviare cartoline e mail,
- il
Coordinamento animalista formato dalle associazioni ENPA, LAC, LAV, OIPA che ha
raccolto 7400 firme,
- il
sito di petizioni AVAAZ.org che ne ha raccolto 1100,
- Fondazione
Villa Emo,
- il
Comitato Barcon Viva,
- il
comitato Civico Vedelago,
- il
coordinamento Salviamo il Paesaggio- Asolano Castellana, con Italia Nostra, Lega
Ambiente, Fai, WWF, Slow Food
- molti
consiglieri provinciali e regionali,
- la Presidenza della Repubblica.
Ed
avrò certamente dimenticato qualcuno.
Mi
chiedo e vi chiedo, colleghi consiglieri ed assessori, ma non vi viene mai
qualche dubbio sulla bontà di questo progetto se tutte, tutte queste persone hanno
espresso la loro contrarietà con così tante motivazioni? Solo voi la vedete
questa bontà, perché?
8. la delibera che viene posta in votazione questa sera è priva di
ogni coerenza. Viene richiamata la delibera di giunta n.1 di gennaio dove sono elencati i 9 punti ritenuti necessari
affinchè ci possa essere un voto positivo al progetto. Bene, nell’ultimo
progetto presentato a luglio, di quei 9 punti ne viene accolto solo uno, e voi
proponete comunque di approvare quel progetto, ma peggio ancora, voi invitate la Regione a dare avvio al
progetto “tenendo conto delle condizioni
poste da questa amministrazione.” Ma quali condizioni se le ditte ne hanno
accolta solo una su nove!
Il
famoso slogan “paroni a casa nostra”
è ancora valido per voi?
Non mi sembra, Voi fate
come Ponzio Pilato. Ve ne lavate le mani e dite alla Regione: “ fai tu, decidi
tu, però mi raccomando per favore tieni conto delle nostre condizioni…”
Per
tutte queste ragioni noi consiglieri di Primavera Civica diciamo NO al progetto Barcon.
Dichiarazione di voto dell'assessore Franco Renzo segretario della Lega Nord - Sezione di Vedelago -
Caro Sindaco,
voglio anzitutto precisare che con questo mio intervento non esprimo
solamente la posizione di un assessore di questa Amministrazione
comunale ma anche la posizione del Movimento Lega Nord – Liga
Veneta, che rappresento in quanto segretario della sezione locale.
E tu, Sindaco, ben sai - per il ruolo che rivesti, anche grazie
all’appartenenza al nostro Movimento - quanto sia importante “essere
con la gente e fra la gente”, salvaguardando i nostri valori e i nostri
princìpi.
Ora, stasera siamo qui a discutere non della nostra gente ma degli
interessi di due imprenditori, che con le loro esigenze e logiche di
mercato stanno di fatto condizionando i programmi della nostra
Amministrazione, variando le priorità e gli obiettivi del nostro governare
il territorio. Per questo abbiamo accantonato quelli che erano gli
obiettivi originari che ci eravamo prefissati quando abbiamo creato la
nostra squadra, e sui quali i nostri concittadini hanno fondato la loro
fiducia nei nostri confronti riconoscendoci un consenso molto ampio
(che ricordo aver toccato il 67%).
Ed io per primo in questo momento mi sento particolarmente in debito
nei loro confronti, a fronte del buon risultato conseguito in prima
persona in esito a quelle votazioni.
Personalmente voglio essere coerente con le scelte che a suo tempo ci
eravamo prefissati, ma ancor di più onesto con la gente e con me stesso
proprio nel momento in cui c’è il rischio di condizionare con una nostra
scelta il destino dell’intera collettività.
Stiamo parlando di un progetto che - essendo stato definito da subito
come “sovracomunale” - ha portato ad una scelta superficiale nel non
includerlo nel nostro programma e pertanto nel non condividerlo da
subito con la nostra gente.
Quasi che non si volesse che fosse un obiettivo di questa
Amministrazione bensì di altri…
E davanti agli occhi mi sovviene che una situazione analoga
paradossalmente l’abbiamo vissuta negli anni ’70, quando il nostro
Comune ha subìto “dall’alto” l’imposizione delle cave, le cui conseguenze
stiamo pagando tutti in maniera evidente a tutt’oggi.
Come quando siamo andati fra la gente ad illustrare i nostri progetti
abbiamo raccolto le loro impressioni e ascoltato le loro esigenze a
riguardo di diverse questioni e problematiche del territorio, a maggior
ragione in questo caso avremmo dovuto da subito confrontarci con loro
su una scelta tanto rilevante quanto è quella che riguarda l’area in
questione, fin dal momento in cui veniva prospettata dai soggetti
interessati.
E ben sappiamo che questa intenzione ha avuto origine già nel corso del
nostro primo mandato.
Invece – una volta confermati – come spesso accade in politica, anche
noi abbiamo sottovalutato il “sacrosanto” diritto dei cittadini di essere
informati, ancorchè sommariamente, delle nostre attività.
Non è il progetto in sè che contesto, ma il metodo col quale lo abbiamo
affrontato, atteso comunque che non c’è mai stata da parte dei
proponenti una chiara e dettagliata rappresentazione di come si sarebbe
effettivamente sviluppato non solo in termini urbanistici ed ambientali,
ma soprattutto per le conseguenze che avrebbe comportato sul nostro
territorio per il rischio di aggravare le problematiche della viabilità già
esistenti nella nostra realtà e dando verosimilmente il via ad
un’inarrestabile espansione delle aree industriali (specialmente in
adiacenza ad un’arteria tanto rilevante quale sarà la Pedemontana) a
discapito della tradizione agricola che da sempre ci caratterizza.
E questo simbolo che abbiamo davanti - che rappresenta il nostro
Comune - ne è un giusto e inequivocabile testimone.
Pur consapevole che da un mio voto contrario in questo momento può
derivare un forte indebolimento della nostra maggioranza, non posso
esimermi dal dare un segno di coerenza e di rispetto ai cittadini che ci
hanno dato fiducia e che non hanno mai avuto modo di prendere
consapevolezza dei contenuti del progetto.
Non da ora ho invocato lo strumento della consultazione popolare
proprio per far sì che – forti del supporto e della condivisione della
nostra gente, che sono convinto non ci sarebbe certo mancato! – si
potesse dar seguito alla concertazione con i soggetti proponenti e gli
altri enti interessati.
Mancando questa, a mio avviso non possiamo assolutamente avocarci il
potere (e la responsabilità) di segnare il destino del nostro territorio
senza che siano state data chiare e sufficienti garanzie a riguardo della
fattibilità del progetto fatti salvi la tutela ambientale del nostro territorio
e un tangibile riscontro in termini di nuove opportunità occupazionali
locali.
Per questo – nonostante la stima e la sincera amicizia che
personalmente ci legano da molto tempo e che comunque, per quanto
mi riguarda, rimarranno sempre intatte – ti esprimo, Sindaco, fin d’ora il
mio parere contrario riguardo al punto in approvazione.
Renzo Franco - assessore
segretario lega nord – liga veneta
sezione di Vedelago
Leggo questa
dichiarazione di voto a nome del sottoscritto Perin Marco - vicesindaco, dell'Assessore all'urbanistica Cristina
Andretta e del consigliere Daniele Volpato.
Nel maggio 2010 con DGC
n.61 all'unanimità si è deliberato di “dare mandato al Sindaco di avviare la
procedura per il conseguimento dell'Accordo di Programma ai sensi della legge
35\2001 art.32 finalizzato alla riqualificazione dell'ambito territoriale
ricompreso tra Castelfranco e Montebelluna con riferimento a due presupposti
principali:
risoluzione del problema
viario di Barcon e di Vedelago con la realizzazione delle due circonvallazioni.
e su questo la votazione palese era unanime.
La Regione Veneto con questo presupposto
aveva già i requisiti per aprire la procedura in quanto essendo una legge
deroga è facoltà della Regione verificare se questa proposta aveva o meno i
requisiti richiesti dalla stessa legge.
Durante l'estate 2011
viene presentato il primo progetto dettagliato.
Il progetto coordinato dal sindaco e da lui
esposto al gruppo di maggioranza si dimostrava non conforme al mandato dato.
Un progetto pieno di interrogativi fra cui:
⁃
La perequazione o beneficio pubblico dovuto al territorio
per il consistente aumento di valore delle aree di proprietà privata a seguito
della trasformazione da agricole in industriali non prevede l'intera
circonvallazione di Barcon, originariamente richiesta, ma bensì un tratto di
strada che va dalla zona industriale in progetto alla SP 102 (strada postumia)
e parte del casello sulla Pedemontana, o tutto il casello se consideriamo che
per incanto il costo del casello, secondo quanto riportato dal Sindaco, non è
più 20 milioni di euro, come
inizialmente dichiarato, ma 12 milioni di euro.
A questo punto per salvaguardare i presupposti fondanti del progetto, ed
il progetto stesso, il nostro gruppo formulava delle condizioni recepite
unanimemente anche dalla Giunta, tranne una la numero 7) che prevedeva la
condivisione del progetto con la cittadinanza, tralasciata per il
raggiungimento di un accordo:
1) viabilità:
- realizzazione della
viabilità alternativa all'intera asta della strada provinciale 19, dalla
rotatoria di Busta per finire a sud di Albaredo utilizzando un tratto di SP102
(Postumia Romana);
- collegamento della
SP102 postumia romana alla SR 53.
2) Creazione di un piano
aziendale occupazionale dettagliato, condiviso con le parti sociali, che tenga conto anche degli addetti che
verranno trasferiti dall'attuale posto di lavoro;
3) Perequazione
economica gestita direttamente dal Comune di Vedelago;
4) Che l'operazione non incida sul consumo di
SAU nel Piano di assetto del territorio
di Vedelago.
5)l'autorizzazione
rilasciata dalla Regione non sia trasferibile ad altre ditte diverse dai
richiedenti;
6)si richiedono garanzie
a copertura degli impegni assunti relativamente all'esecuzione delle opere
perequative;
Tale accordo è stato
reso pubblico attraverso la DGC
n.001 del 4 gennaio 2012 che deliberava unanimemente di approvare le linee di
indirizzo riportate, dando nuovamente mandato al Sindaco di dar esecuzione alla
procedura di definizione dell'Accordo nell'osservanza delle stesse.
Malgrado ciò ancora
nulla dagli enti superiori non ritenendo sufficiente quanto già deliberato.
In realtà la Regione Veneto
inviava una lettera, in data 23 marzo 2012, indirizzata al Sindaco di Vedelago
e al Presidente della Provincia di Treviso, ribadendo formalmente, per chi non
l'avesse ancora capito, che “è necessario un parere della Giunta comunale di
Vedelago sull'ultima soluzione progettuale ove risultino evidenziate in modo
esplicito le opere che costituiscono l'interesse regionale, opere che devono
essere completamente finanziate dai proponenti (che noi chiamiamo
beneficio pubblico)...”
Il 26 aprile 2012 i due
proponenti protocollano due proposte consecutive aggiornate nei seguenti
contenuti:
⁃
riduzione delle aree che interessano l’intervento da 870.000 a 500.000 metri quadrati;
⁃ definizione
delle opere da realizzarsi come beneficio pubblico: casello SPV, un tratto di strada che collega
il nuovo casello alla Sp 102 (Postumia
Romana), che non si può PIU' definire Circonvallazione di Barcon, e una
rotatoria con l'innesto in via Montello località Fossanlunga. Tali opere
ammontano a un valore complessivo di euro 16 milioni.
Il 4 luglio viene
inviata al Sindaco di Vedelago e al Presidente della Provincia di Treviso
una lettera dalla Regione che riporta in
sintesi:
“la necessità di
accertare la manifestazione di interesse anche dei Comuni di Trevignano e
Montebelluna qualora interessati da opere collegate all'Accordo, ribadendo
inoltre la necessità di acquisire tutta la documentazione amministrativa
prodotta dal Comune e tecnica prodotta dai proponenti accompagnata dal relativo
quadro economico della plusvalenza prevista e riportare in modo inequivocabile
la consistenza del beneficio che la
Regione ne consegue... Da pervenirsi entro 30 giorni”.
A luglio
2012 i proponenti presentano l’ultima revisione progettuale dove, ancor più di
prima, risultano disattese le linee di indirizzo che avevano dato origine a
tutta la procedura nel maggio 2010.
Per essere
precisi la perequazione, detta beneficio pubblico, prevedeva il finanziamento
esclusivamente del casello e della strada di accesso alla zona industriale.
Il nostro gruppo a questo
punto in data 18 luglio manifesta le proprie perplessità sull’operazione e
scrive direttamente al Sindaco. Di seguito una sintesi:
“Gentile
Sindaco,…....non riteniamo accoglibile il 'nuovo progetto di Barcon' in quanto
le condizioni non sono soddisfacenti. Il nuovo elaborato non considera
quanto da noi a gennaio deliberato e ripresenta una soluzione diversa rispetto
appunto ad esse.
Non riteniamo che questi
parametri possano soddisfare la collettività (interesse pubblico) aspetto
fondamentale affinché il progetto prosegua. Nonostante i privati diano,
'riportato verbalmente da terzi', garanzie di disponibilità nell'accogliere,
una volta che il progetto avrà un primo 'via libera' , le nostre istanze e
quindi compiere opere di miglioramento del territorio, siamo comunque portati,
in qualità del nostro ruolo di amministratori, a pensare e quindi a dire che,
con così tanto tempo a disposizione, tali condizioni risultino, per le aziende
proponenti, di difficile attuazione.
Senza tali condizioni il
nostro parere non può essere difforme dalla prima espressione ovvero che il
progetto 'Barcon' non incontra il nostro parere favorevole.”
In data 20 luglio il
Comune invia alla Regione un nuovo aggiornamento, fatto in 24 ore, indicando
delle modifiche sul quadro economico, che ora ammonta a 14.920.000 euro, con
dei semplici spostamenti da una voce all'altra (o meglio da un'opera all'altra)
che prevedono: un parziale finanziamento del casello, un contributo per la Circonvallazione
di Vedelago, la rotatoria su via
Montello di Fossalunga.
Nuovamente
disattese oltre alla nostre condizioni anche la richiesta della Regione che
aveva scritto esplicitamente che le opere dovevano essere interamente
finanziate.
Cerchiamo di riassumere
le motivazioni della nostra posizione:
1)I presupposti iniziali si sono persi strada facendo.
L'accordo di programma si reggeva sulla risoluzione del problema viabilità, con
la circonvallazione di Barcon e quella di Vedelago.
Oggi
l'ultima proposta di progetto prevede, come opere interamente finanziate,
solamente un piccolo stralcio di viabilità che tanto assomiglia al vialetto di
ingresso alla nuova area industriale con rotonda d’innesto sulla postumia
romana....se questo è interesse pubblico...
Lo chiediamo
anche ai nostri colleghi consiglieri: che fine ha fatto la circonvallazione di
Barcon?
E che fine
ha fatto la circonvallazione di Vedelago?
Stiamo
regalando un’area di 500.000 mq ai proponenti e stiamo permettendo, ripetiamo
con questo ultimo progetto, un insediamento industriale sul nostro territorio
senza avere le garanzie di tutela dello stesso territorio ma soprattutto
dimenticando il beneficio pubblico.
Ad oggi,
infatti, sembra che il beneficio che doveva essere pubblico non sia più tale ma
sia diventato esclusivamente privato. Spiegherete voi, colleghi, ai cittadini
che alla luce di questo progetto Vedelago vedrà un fortissimo incremento del
trasporto pesante, e non solo, e le circonvallazioni di Barcon e Vedelago
rimarranno solo un sogno.
Il Comune di Vedelago è
l'unico dei tre enti interessati dal progetto, Provincia di Treviso e Regione
Veneto, che finora si è espresso in modo chiaro attraverso una, anzi due
delibere di giunta, con le quali abbiamo blindato il progetto a delle
condizioni chiare e condivise da tutto il gruppo di maggioranza. Il Pres. della
Provincia rilascia dichiarazioni sui giornali ma non si esprime in modo
formale, quindi nessuna delibera di giunta e nessuna delibera di Consiglio; la Regione fa sapere che le
sono sufficienti i pareri degli enti minori per dar seguito all'accordo ma la
procedura le consentirebbe di procedere comunque una volta accertato
l'interesse pubblico. È curioso, infatti, ricordare
come nell'applicazione della legge regionale, che disciplina l'attività di
cava, (Legge 42) la Regione
sovrasta il parere del Comune a prescindere, mentre, per analogia, con
la nostra area di Barcon, pur trattandosi a sua volta di una legge regionale,
teme nel pronunciarsi. Che cosa sta succedendo? Perchè un'opera di così
apparente rilevante interesse non solo comunale, ma bensì provinciale e
regionale, spaventa e nessuno riesce a vederci chiaro?
Una cosa non vogliamo
sentirci dire ovvero che il Comune non ha mai dato risposta. Noi lo abbiamo
fatto: DA SUBITO.
La nostra posizione è
sempre stata chiara, una linea coerente che ci ha contraddistinto dall'inizio.
Il nostro non è MAI stato un NO agli investimenti ma è sempre stato un Si se
e solo se questi sono congrui al nostro territorio. Questo crediamo sia il
nostro compito in qualità di rappresentanti e amministratori: pensare a
Vedelago, al territorio e ai cittadini perché sono loro che ci hanno eletto.
Nel maggio 2010 c'è
stato presentato un progetto che ad oggi è stato letteralmente stravolto.
2)Veniamo a un punto
nodale: l'occupazione. Consapevoli che questo è un tema delicato, specie in
queste particolari circostanze storiche, riteniamo sia doveroso evitare spot
elettorali e parlare con consapevolezza
e serietà di questo tema.
Sono
stati promessi 600 nuovi posti di lavoro, ma tutto questo è supportato da un
piano fatto dagli imprenditori e mai condiviso con le parti sociali e che
nell'accordo di programma non merita nemmeno un capitolo a se stante e non è
nemmeno citato nell'indice. Questo per sottolineare che la finalità di
questo accordo di programma non è mai stata l'occupazione ma la risoluzione dei
problemi viari. Torniamo quindi al punto di partenza, quello che nel 2010 è
stato presentato è un progetto ben diverso da quello di oggi. Abbiamo in mano
oggi una semplice stima a firma dei due privati proponenti l'insediamento, nessun
documento ufficiale che garantisca la concretezza dei posti di lavoro. Noi
crediamo che a fronte dei presunti 600 nuovi posti di lavoro, che sono già di
per se una visione dato che l'insediamento se mai fosse completato lo sarebbe
realisticamente nel 2018, oggi la politica debba trovare soluzioni immediate.
Anche perchè per il 2018 dobbiamo essere già usciti dalla crisi.
Queste
perplessità sono le nostre ma non solo le nostre. I sindacati per primi
non stanno difendendo l'insediamento. Eppure loro conoscono meglio di tutti noi
la situazione attuale.
Perciò
leggiamo che ad essersi espressi contrariamente all'operazione vi sono:
Cgil
Cisl
Uil
Confcommercio
Cia
Cna
Coldiretti
Confagricoltura
Confartigianato
Confesercenti
Confcooperative
Fai
Wwf
LegaAmbiente
Facciamo
presente al Sindaco che proprio noi, chiamati dissidenti della maggioranza,
avevamo chiesto la realizzazione di un piano aziendale occupazionale
dettagliato, che dimostrasse la nuova occupazione, che fosse condiviso con le parti
sociali e che tenesse conto anche degli addetti che verranno trasferiti
dall'attuale posto di lavoro. Mai visto. Invece noi vogliamo delle
garanzie.
Ricordiamo,
infine, che l'opinione pubblica si è espressa più volte attraverso anche la
stampa e i pareri non sembravano così favorevoli.
Da
ultimo, e ci accingiamo alla chiusura, poniamo un interrogativo sull'utilità
del passaggio in Consiglio Comunale di questo punto vista ormai la dichiarata,
e pubblica, volontà dei due proponenti di procedere con i loro progetti
imprenditoriali altrove.
Noi
siamo convinti che il nostro ruolo, di amministratori appunto, ci imponga una
scelta, una decisione che non sia solo il frutto di una nostra convinzione ma
derivi anche dalla volontà dei nostri elettori. Per cui una volta appurato che
il progetto non contiene i presupposti essenziali affinché Vedelago ne tragga
vantaggio e appurato che l'opinione pubblica, e quindi i nostri compaesani ed
elettori non sono convinti del progetto, perchè privi di garanzie oggettive,
possiamo solo concludere che:
noi
non siamo contrari agli investimenti
non
siamo contrari all'occupazione
ma
il nostro è un NO a queste condizioni.
Gli
investimenti? Possono venire fatti SI sul nostro territorio ma utilizzando gli
strumenti adeguati.
Grazie a tutti
Perin Marco, Cristina
Andretta Volpato Daniele