venerdì 22 marzo 2013

Pista ciclabile in via Papa Sarto a Vedelago

Da tanto tempo si attende la realizzzazione della pista ciclabile che parte dal cimitero di Vedelago, arriva alla rotonda sud della Postumia Romana e si congiunge al tratto già realizato lungo la provinciale 19 da Barcon a Vedelago.
A che punto sono i lavori?
I lavori sono iniziati e la società incaricata da Latterie Venete ha 360 giorni di tempo per terminarli.
La data di consegna della pista ciclabile dovrà avvenire al più tardi entro il 20 febbraio 2014.

Il consiglio comune di Vedelago il 26 novembre 2008 diede parere favorevole alla trasformazione di  135.000 metri quadrati di una zona agroalimentare in zona industriale. Quel terreno era di proprietà della ditta  Latterie Trevigiane la quale, una volta ottenuta la trasformazione, lo vendette alla ditta Breton di Castello di Godego.
Latterie Trevigiane in cambio dell'aumentato valore del suo terreno  firmò con il comune di Vedelago un atto d'obbligo con il quale si impegnava, una volta ricevuti i terreni espropriati dal Comune, a costruire quei 756 metri di pista ciclabile che completano il collegamento Barcon-Vedelago.

Il comune di Vedelago ha espropriato i terreni lungo via Papa Sarto, terreni che i proprietari hanno ceduto in via bonaria, e li ha consegnati alla società Latterie Venete che nel frattempo ha sostitutito Latterie Trevigiane nella proprietà dello storico caseificio di Vedelago.
Latterie Venete ha comunicato al comune di Vedelago che la ditta incaricata ha iniziato i lavori il 20 febbraio 2013 e come da contratto i lavori dovranno essere teminati entro 360 giorni, quindi al più tardi nella primavera 2014.
I lavori sono iniziati con l'espianto ed il successivo reimpianto del bellissimo filare di gelsi che costeggia la strada provinciale 19 da via Pralongo alla rotonda.
Tale lavoro costerà a Latterie Venete la "modica" somma di 18.000 (diciottomila) euro.


Primavera Civica, durante un consiglio comunale, aveva proposto che le piante rimanessero al loro posto, costruendo la pista ciclabile al di là del filare di gelsi. In questo modo si guadagnava in sicurezza dei pedoni e dei ciclisti che venivano protetti da una barriera naturale, si evitava il pericolo che le piante potessero morire  nel trapianto e soprattutto si potevano risparmiare quei 18.000 euro descritti in progetto, che si sarebbero potuti usare per altri scopi.