venerdì 18 aprile 2014

BUONA PASQUA

 Pasqua di Risurrezione
Pasqua di Primavera
Pasqua di Bellezza
Bellezza della Natura


peonie





iris e giaggioli

glicine

pratoline

lillà

kerria


sconosciuto e delicato ..........


tulipani








 






TANTI AUGURI
di una felice Pasqua  
di una rilassante pasquetta


giovedì 17 aprile 2014

Pedemontana: arrivano gli espropri a Vedelago




Superstrada Pedemontana Veneta: arrivano gli espropri, che fare?
Questo il titolo della riunione di venerdì 11 aprile svoltasi a Vedelago con l’obbiettivo di informare sull’attuale situazione della Pedemontana, sui suoi costi e su cosa il cittadino espropriando può fare quando riceve la lettera di esproprio.
L’incontro è stato organizzato da:
Co.Ve.PA – Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa - e
Fattore Z - Associazione di Promozione Sociale – che si occupa della salute dei cittadini attraverso azioni che mirano ad avere acqua, aria e terra prive di inquinamento, di biodoversità e del benessere degli animali.

I lavori per la Superstrada Pedemontana Veneta sono iniziati e proseguono. Una delle attività fondamentali del consorzio SIS  che la costruisce, è entrare in possesso dei terreni sui quali passerà l’autostrada. Nel sito della Pedemontana Veneta http://www.commissariopedemontana.it/commissariopedemontana/espropri_dett.jsp?area=%273%27 c’è l’elenco dei 155 cittadini ai quali verranno espropriati dei terreni in  comune di Vedelago.

Questo quanto emerso nella riunione riguardo agli espropri.
Il cittadino che riceve la lettera può accettare o non accettare l’esproprio.

Prima situazione: il cittadino firma il verbale di cessione del terreno e con questa firma accetta l’esproprio e l’indennizzo proposto dalla SIS. (es. per un terreno seminativo arboreo euro 7,50 al mq).
Gli incaricati della SIS entrano nel terreno e picchettano lo spazio che sarà occupato dall’autostrada. Da quel momento il cittadino non potrà più lavorare il suo terreno, ma rimarrà comunque proprietario dello stesso e quindi dovrà pagare tutte le relative tasse. La SIS avrà cinque anni di tempo per pagargli l’indennizzo.

Seconda situazione: il cittadino non firma e quindi non accetta l’esproprio.
Gli incaricati della SIS scriveranno un verbale e lo faranno firmare da due testimoni che di solito si portano appresso. Da quel momento il cittadino non potrà più entrare nel suo terreno, ma rimarrà proprietario dello stesso e quindi dovrà pagare tutte le relative tasse.
Allora cosa cambia tra firmare e non firmare?
- Cambia l’indennizzo dei terreni perché si potrà iniziare una trattativa per stabilirne il valore più favorevole al proprietario.
- Cambia la modalità di pagamento in quanto la SIS dovrà versare la somma offerta per il terreno espropriato in Cassa Depositi e Prestiti. Tale somma è a disposizione del proprietario il quale è consapevole che l’eventuale ritiro della stessa significherà dare piena accettazione delle condizioni proposte dalla SIS.

Il Co.Ve.PA dà questi consigli:
Ø     il verbale dell’esproprio è composto di tre parti e vengono richieste tre firme; non firmare la prima parte, non firmare la seconda parte, ma nella terza parte dedicata alle osservazioni far scrivere le motivazioni del rifiuto senza indicare il prezzo che si intende ottenere come indennizzo. Firmare nella parte bianca laterale del foglio;
Ø     rivolgersi ad un tecnico che stimerà il valore del terreno e questa operazione potrà essere fatta singolarmente o in unione con altri espropriandi. Questa procedura significa che ci sarà trattativa con la SIS per stabilire il valore del terreno;
Ø inviare alla SIS la controproposta sul prezzo del terreno dopo il 15° giorno dalla presentazione del verbale di esproprio.

Il Co.Ve.PA si rende disponibile a fornire maggiori e più dettagliate informazioni e a fornire assistenza agli espropriandi.
Telefonare al numero 393 6087645
Scrivere all’indirizzo mail: wwwcovepa@gmail.com

             

domenica 6 aprile 2014

Gli antichi vigneti di Baver sono salvi.

Trascrivo questo articolo del 27 marzo 2014 (pag.08) di Paolo Coltro tratto dal quotidiano "Il Piccolo"  che riporta una notizia buona: i vigneti storici di Baver sono salvi, nessuna ruspa li estirperà.

E' importante a mio avviso diffondere le buone notizie di battaglie vinte per la salvaguardia della natura, del paesaggio, della cultura e della tradizione. In questa nostra Italia piena di magagne, mettere in luce le azioni e i risultati positivi come questo di Baver e come quello di Barcon, infonde fiducia; le cose si possono cambiare ed i risultati si possono ottenere quando si hanno delle ottime argomentazioni da mettere sul piatto della bilancia.


TREVISO 
Stavolta i più veloci sono stati i funzionari della Soprintendenza. Più rapidi della Provincia, della Regione, del ministero delle Politiche agricole, perfino del presidente Giorgio Napolitano. 
Con un’istruttoria-lampo hanno salvato un vigneto storico che è una meraviglia del paesaggio a Baver, nel Trevigiano, vicino a Godega Sant’Urbano. 
C’è un provvedimento di vincolo che porta la data del 18 febbraio ed è un sospiro di sollievo, anzi una festa, per tutti quelli che “dal basso” hanno portato avanti una battaglia sentita dalla popolazione. 

Il Comune, con il suo Pat, aveva deciso di rendere edificabili quei tre antichi vigneti - condomini e strade al posto dei filari - pagando addirittura con 3mila euro avvocati per controbattere alle opposizioni. 
Ma questa non è solo la storia di qualcosa che finisce bene, è la storia di un inizio. 
Perché il provvedimento della Soprintendenza ai beni storici, artistici ed etnoantropologici è il primo vincolo di questo genere in Italia: non difende solo un appezzamento, un’area agricola, ma il contenuto culturale di quella coltivazione, la sua tradizione di lavoro che è diventata insieme sapienza e paesaggio. 
È orgogliosa, nel suo andirivieni tra il ministero a Roma e la Soprintendenza a Venezia, Marica Mercalli: in un mese ha fatto tutto e con una relazione asciutta, puntuale e documentata, ha portato la pratica alla firma di Ugo Soragni, direttore regionale della Soprintendenza: il quale era stato il primo a dare l’input ed è stato felicissimo di firmare. 
Ma quel pezzo di carta che ferma i condomini ha un valore fondamentale proprio per il suo contenuto: non è un vincolo solo paesaggistico, ma cita espressamente il contenuto culturale di quell’angolo di Veneto, «un bene immateriale che non è facile difendere». 

La novità emerge anche dalla competenza: se ne è infatti occupata la Soprintendenza ai beni storici, artistici ed etnoantropologici, non quella che tutela i beni architettonici e paesaggistici. Un passaggio importante. 
Dice Soragni: «Il Codice dei beni culturali ci offre un’ampia cartuccera, noi abbiamo applicato l’articolo 10, che al comma 3, lettera a, consente la tutela di cose mobili e immobili che abbiano un interesse etnoantropologico». Mica facile, perché i beni immateriali, come la cultura, con la u, agricola, le tradizioni, perfino le tecniche, per finire per esempio alle musiche popolari e ai racconti dei nonni, non sono oggetti fisici, passano di generazione in generazione attraverso gesti e pensieri. Di questo si occupa la Convenzione dell’Unesco del 2003, recepita in Italia nel 2007, ma l’applicazione non è facile. 

Scrive Mercalli nella sua relazione: «Più le tecniche sono elaborate, com’è il caso del vigneto Baver, più derivano dall’esercizio di abilità acquisite nel processo di scambio tra le generazioni. Questo processo alimenta e vivifica conoscenze locali e gesti del mestiere, rinnova nel tempo un “saper fare” che è espressione di un particolare stile di vita e che, una volta incorporato e condiviso socialmente, dà sostanza al patrimonio culturale di un territorio». 
E vediamolo, allora, questo vigneto, che in realtà sono tre con i loro suggestivi toponimi: Zhercol, Talpon e 

Talponet, un po’ in pianura e un po’ in declivio, a due passi dal borgo di Baver, che è a sua volta tutelato come bene storico per la sua fisionomia e per la presenza della chiesetta di san Biagio con affreschi del ’500, ruspanti e campestri come si deve. Le viti si estendono per quasi un ettaro e mezzo, 14 mila metri a “piantata trevigiana”, declinazione locale dell’antica “piantata padana”. Che vuol dire che le viti sono maritate, sposate ai gelsi, agli aceri e agli olmi: gli alberi davano sostegno e materiali per la vita contadina, legna da ardere e per gli attrezzi, cibo per i bachi da seta... Da vedere, poi, danno luogo ad un paesaggio affascinante, mosso da linee orizzontali e verticali, un tripudio di verde in primavera ed estate, una geometria tutta naturale d’inverno. Vuoi mettere, qualche chilometro più in là, i vigneti a paletti di cemento o di ferro che grondano prosecco industriale?
  
Le viti di Baver sono centenarie così come i più di cento olmi che si alternano alle piante: tutto documentato fin dal catasto napoleonico del 1811. E ancora: sono coltivate come una volta, a mano, la tecnica di potatura è antica, i “cai” si legano con il vimini, non si fa uso di disseccanti, il trattamento si fa solo con calce, rame e zolfo. Un altro mondo. Insomma, il concetto base è che «il vincolo parte dalla salvaguardia di questa cultura storica», come dice Mercalli. E chissà che chi ha orecchie per intendere intenda: anche nel meridione ci sono preziosi esempi di “vite maritata”. Ma il circolo virtuoso non si ferma qui: «Andiamo avanti – anticipa Soragni – applicheremo le norme del codice sulla cornice ambientale, tuteleremo con specifiche prescrizioni il territorio circostante», e questa volta tocca ai paesaggisti della Soprintendenza. 



L’aspetto più consolante è che la decisione di questa vincolo nasce dalla volontà di una koinè al contempo estesa e compatta: la Soprintendenza ha colto la volontà della popolazione, evidentemente poco rappresentata dal Comune e dalla sua volontà politica. E pensare che il sindaco leghista Alessandro Bonet, paradossalmente, ha una laurea in “urbanistica responsabile”... 
Per salvare i vigneti si sono mossi
  • l’associazione culturale del paese con un indomito Roberto Netto, http://www.baver.it/
  • Italia Nostra con Francesco Scarpis, 
  • il Wwf Alta Marca con Luciano De Biasi, 
  • la Fondazione Benetton Studi e Ricerche che ha inserito Zhercol, Talpon e Talponet nei suoi luoghi di valore, il professor Collodel che ha scritto a Napolitano, 
  • gli abitanti di Baver che hanno sommerso di email il Comune e organizzato feste in vigneto, 
  • i ragazzi della Forestale che hanno fornito alla Soprintendenza dati storici e ambientali, perfino una bibliografia lunga così. 
  • L’interrogazione in Regione del consigliere Pettenò. 
  • I sussurri al presidente Luca Zaia, nato da quelle parti. 
  • E poi la volata di Soragni e Mercalli, la vittoria di tappa. Ma il Giro d’Italia è lungo.

da VIGILI URBANI a POLIZIA LOCALE




L'Associazione Pensionati san Martino di Vedelago con il patrocinio del Comune di Vedelago ha organizzato un incontro dibattito con il nuovo comandante della Polizia Locale dottor Alfredo Nobili dal titolo: "da Vigili Urbani a Polizia Locale - nuove competenze e rapporti con i cittadini".  

L'incontro era rivolto a tutti i cittadini e molti sono stati  i presenti. 
Alla  serata è intervenuto anche l'assessore alla sicurezza Daniele Soligo che dopo aver portato i saluti del sindaco ha ascoltato le istanze dei presenti. Il Vice Istruttore Cristian Stocco ha collaborato con il comandante Nobili nella conduzione della serata e nel rispondere alle domande dei cittadini su alcuni settori specifici .
Il comandante ha spiegato che ora la Polizia Locale è in costante rapporto con la Procura della Repubblica  collabora in diverse operazioni con le altre forze di Polizia, la Questura, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale, la Protezione Civile e può intervenire su qualsiasi reato.
La Polizia Locale del comune Vedelago dispone di 9 agenti/operatori di cui 5 maschi e 4 femmine. E' in convenzione con i comuni di Altivole e Resana pertanto gli agenti a disposizione sono 15. 

Gli ambiti nei quali la Polizia Locale interviene sono molteplici:
polizia amministrativa – vigilanza in genere sui Regolamenti Comunali                                             
polizia giudiziaria – ricezione di denunce e querele; informazione all'Autorità Giudiziaria su fatti che costituiscono reato
polizia rurale – vigilanza sull'applicazione del Regolamento Polizia Rurale (come condurre animali al pascolo; come fare manutenzione dei canali, ecc.)
polizia sanitaria – es. controllo igiene abitato; ordinanze sindaco in caso di emergenze sanitarie, esecuzione dei t.s.o. (trattamenti sanitari obbligatori).
polizia commerciale - es. tutela dei consumatori, verifica corretta pubblicità dei prezzi, verifica regolarità autorizzazioni per il commercio ambulante, degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi




il marchio della Comunità Europea, se completato, forma un otto, il marchio dei prodotti cinesi è più ravvicinato



polizia urbana - vigilanza sul regolamento di Polizia Urbana (es. divieto di deturpare edifici e monumenti; divieto di schiamazzi; corretto spandimento dei liquami ecc.)
polizia stradale - controllo del traffico e del territorio; intervento negli  incidenti stradali; azioni di educazione alla sicurezza stradale nelle scuole


polizia veterinaria – vigilanza sul regolamento animali ( es.conduzione animali al guinzaglio; obbligo del microchip per i cani;  colonie feline, raccolta deiezioni, ecc.)
polizia di sicurezza – es. presenza per motivi di ordine pubblico, assieme alle altre forze dell’ordine, a diverse manifestazioni
vigilanza edilizia – es. verifica abusi edilizi
vigilanza ambientale – es. controllo inquinamento aria, acqua, suolo, rumori.

Molto spazio è stato dato al tema della sicurezza stradale con la spiegazione di alcune regole fondamentali per una guida sicura con l'ausilio di alcune diapositive, immagini  che hanno fatto riflettere.

 



L' interessante incontro presso l'associazione Pensionati san Martino è stata anche un'occasione per conoscere il nuovo comandante della Polizia Locale di Vedelago nella sua veste informativa ed educativa.